Signor Sutter, per una concessionaria di macchine edili come Avesco, è evidente che il motore diesel abbia un ruolo di primo piano. Si sono manifestate reticenze tra i collaboratori quando, in seno all’azienda, si è ventilata l’idea di acquistare auto elettriche?
Un tempo gli schieramenti erano due: c'era chi era pro e chi era contro la mobilità elettrica. Certo, il motore diesel continua a essere il fulcro di tutte le nostre attività. Ormai, noi di Avesco, il diesel o la benzina ce l’abbiamo nel sangue… Il suono rombante di un motore a otto cilindri è musica per le nostre orecchie. E poi non dimentichiamo che dobbiamo in parte ringraziare il motore a combustione se oggi viviamo in una società del benessere. Ecco perché a volte mi arrabbio quando sento criticare e condannare il motore a combustione. Insomma, non è che basta guidare un’auto elettrica per salvare il Pianeta. In più, quello dell’auto aziendale è un tema carico di emozioni, dato che i collaboratori passano a bordo buona parte del loro tempo. Ognuno di loro percorre in auto una media di 40 000 km all'anno, dunque un totale di 200 000 km, su un periodo di utilizzo di cinque anni. Partendo da tali premesse, non volevamo imporre niente, però abbiamo deciso di versare un premio a chi decidesse di fare il passo e passare all’elettrico. In questo modo, una parte dei risparmi sui costi che l’azienda realizza, grazie all’impiego dei veicoli elettrici, va a vantaggio dei collaboratori. Di fatto, quasi un collaboratore su due ha optato per l’auto elettrica, e lo interpretiamo come un segno di conferma che la via intrapresa è quella giusta.
Nell’ambito del processo di acquisto delle nuove auto aziendali di Avesco e Avesco Rent, lei stesso ha messo in garage la sua auto privata per testare, sull’arco di tre settimane, una ŠKODA ENYAQ con propulsione elettrica. Che conclusioni ne ha tratto?
Volevo farmi io stesso un’idea della manovrabilità, della guidabilità e dell’autonomia, e ho constatato che la sensazione che si ha al volante di un’auto elettrica convince su tutta la linea. La guida è comoda, l’abitacolo molto spazioso e l’autonomia più che sufficiente. C’è un trucchetto che ho fatto mio durante le settimane di prova. In caso di lunghe percorrenze giornaliere (> 400km), la miglior cosa da fare è scegliere un ristorante con una stazione di ricarica.
Qual è stato il motivo principale che ha spinto Avesco a fare il grande passo in direzione della mobilità elettrica?
Bisogna dire innanzitutto che la decisione è stata dettata da motivi di gestione aziendale. Cambiamo i nostri veicoli ogni cinque anni. È un approccio ormai collaudato che ci aiuta anche a raggruppare le quantità di ordini da effettuare. Prendiamo sempre in considerazione il Total Cost of Ownership (TCO), vale a dire il costo totale di possesso. In altre parole, teniamo conto di tutti i fattori che giocano un ruolo sull’intera durata di utilizzo. Il premio di permuta alla scadenza, il consumo di carburante e le spese di manutenzione. In breve: se si guarda il cosiddetto TCO, l’auto elettrica vince, a tutti gli effetti.
E come mai si è scelto il modello elettrico ŠKODA ENYAQ?
Prima di dare il via alla procedura di acquisto non avevamo alcuna preferenza. Abbiamo messo a confronto le offerte di dodici marchi diversi. In seguito, abbiamo fatto una scelta preliminare. E alla fine ci siamo decisi per il modello elettrico ENYAQ, da un lato per via della generosità di spazi che, come già menzionato, offre l’abitacolo. Inoltre, questo modello soddisfa tutti i requisiti, in materia di sicurezza e design. I collaboratori hanno potuto scegliere tra il modello elettrico ENYAQ e i modelli KODIAQ e OCTAVIA, con motore a combustione. Abbiamo ordinato in totale 131 veicoli, di cui 52 elettrici, dunque il 40%.
Che importanza si è data, al momento dell’acquisto, alle ridotte emissioni di CO2 che la mobilità elettrica offre?
Come detto, la nostra è stata una decisione dettata da ragioni economico-aziendali. È evidente che il rendimento e il consumo di carburante giocano, in termini di TCO, un ruolo importante. Ma dobbiamo dire le cose come stanno: di fatto, da dove arrivi la corrente di cui abbiamo bisogno non è un aspetto che sta nelle nostre mani, per non parlare delle condizioni di lavoro che ci sono nelle miniere in cui viene estratto il litio.
I collaboratori dove caricano le loro auto elettriche?
Chi riceve un’auto elettrica viene provvisto anche di una stazione di ricarica a casa propria. L’elettricità consumata è automaticamente rimborsata. I collaboratori non devono fare alcuna richiesta particolare e l’impresa non deve far fronte a oneri amministrativi. Tutte le sedi Avesco e Avesco Rent sono provviste di stazioni di ricarica. Per ricaricare l’auto quando si è in viaggio abbiamo un partenariato con Shell. Con la tessera NewMotion di Shell si può fare il pieno di corrente presso un gran numero di stazioni, sia in Svizzera che all’estero.
Partenariato con Amag e il garage Gautschi
Per l’acquisto del nuovo parco di autovetture il Gruppo Avesco (Avesco AG, Avesco Rent AG) ha stretto un partenariato con la società Amag e il garage Gautschi. Amag, con il marchio ŠKODA, è importatore generale in Svizzera, mentre il Garage Gautschi, con sede a Langenthal, è la concessionaria che fornisce i veicoli. Stefan Sutter, CEO Gruppo Avesco, afferma: «Siamo lieti di poter contare su due partner affidabili e competenti per il nostro nuovo parco veicoli. Avere un garage partner direttamente in loco, qui a Langenthal, e poter fare affidamento su un’impresa come la Amag, presente in tutte le regioni della Svizzera, sono due aspetti vantaggiosi, che ci hanno assolutamente convinto.»