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Hyperscale data center – ecco perché la Svizzera è in pieno boom

Colpo d’occhio sugli spazi interni di un data center. Garantire l’approvvigionamento sicuro e continuo di un centro di calcolo è assolutamente cruciale.

Colpo d’occhio sugli spazi interni di un data center. Garantire l’approvvigionamento sicuro e continuo di un centro di calcolo è assolutamente cruciale.

In Svizzera la richiesta di capacità nei data center potrebbe crescere ancora, e in modo sostenuto. Lo afferma Roger Weber del gruppo specialistico Datacenter Infrastructure attivo presso l’associazione professionale asut.

I giganti della tecnologia, come Amazon e Google, scelgono la Svizzera per i propri data center. Roger Weber, co-responsabile del gruppo specialistico Datacenter Infrastructure presso l’associazione professionale asut e direttore dell’azienda Genuel AG (gruppo imprenditoriale SCHERLER), spiega i retroscena di questo vero e proprio boom e l’importanza cruciale di garantire una sicurezza nell’approvvigionamento di energia elettrica attraverso, tra le altre cose, moderni impianti UPS.

Signor Weber, che cosa si intende con il termine «hyperscale data center»?

Roger Weber: Esistono diverse tipologie di centri di elaborazione dati. Fino a una decina di anni fa, quello più ricorrente, anche in Svizzera, era l’in-house data center. Si parla anche di enterprise data center. In concreto, è quando un’azienda possiede e gestisce un centro di calcolo, dotato di una propria infrastruttura. Ci sono poi i cosiddetti colocation data center, dove le aziende possono prendere in locazione una data superficie e una certa capacità presso un centro esterno, in modo da coprire il fabbisogno richiesto dalla propria infrastruttura IT. In questo caso l’azienda non deve più preoccuparsi di mantenere un proprio centro di calcolo. Sia gli enterprise che i colocation data center talvolta sono gestiti in modo complementare. E, da ultimo, ci sono anche i cloud, che hanno fatto la loro comparsa per la prima volta alcuni anni fa. Le aziende possono accedere a un cloud per utilizzare una data applicazione, ad esempio un certo software di cui hanno bisogno per svolgere un lavoro. I dati contenuti nel cloud sono salvati in uno o anche in diversi data center, interconnessi tra loro. Sin dall’inizio, le grandi imprese come Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure, Google Cloud e Oracle, erano predestinate a diventare offerenti di questo tipo di servizi, dato che esse stesse, in virtù del proprio modello aziendale, necessitano di un ampio numero di centri di calcolo di dimensioni in parte gigantesche e sono chiamate a gestire tutta una serie di applicazioni, ad esempio per la valutazione dei big data. Oggi tali imprese sono ormai i fornitori più importanti su scala mondiale e, considerate le loro enormi dimensioni, si parla proprio di «hyperscale data center». Ciascun centro di calcolo è estremamente performante, con capacità da circa cinque megawatt in su. In Svizzera, tra i giganti attivi nel settore dei servizi cloud, si annoverano aziende come Equinix, Green, Interxion, NTT, Safehost e altre ancora. Tuttavia, non ci sono soltanto questi giganti che puntano sulle infrastrutture cloud di tipo pubblico, privato oppure ibrido. Anche altri fornitori, tra cui EveryWare, Netrics oppure Swisscom, offrono sul mercato svizzero un ampio portafoglio.

In Svizzera AWS & co. hanno un proprio data center?

La cosa interessante è che anche i cosiddetti hyperscaler non sempre posseggono e gestiscono centri di calcolo propri. Nel nostro Paese, gli hyperscale data center sono realizzati e gestiti per lo più da ditte svizzere oppure dalle filiali svizzere di grandi imprese internazionali. Gli hyper scaler stringono con queste ditte dei partenariati. I gestori sono chiamati a soddisfare determinate condizioni, in materia di design e disponibilità. Ciò concerne ad esempio le esigenze legate alla sicurezza oppure all’approvvigionamento di energia elettrica e alla ventilazione all’interno del data center. Gli hyper scaler hanno parecchia voce in capitolo – un po’ come quando l’inquilino di un condominio può decidere quale tipo di fornello potrà avere nel proprio appartamento, ma anche come sarà ampliata la cantina e forse addirittura chi altri potrà entrare a vivere in quello stesso stabile.

Per quale motivo oggi i fornitori hyperscale sono attivi in Svizzera?

Il punto di partenza è stato l’industria finanziaria. Che il primo hyperscaler sia arrivato in Svizzera è legato al fatto che una grande banca elvetica aveva posto come condizione che i propri dati fossero stoccati nel nostro Paese. E per farlo era necessario creare un data center in territorio nazionale. È stata questa la miccia che ha dato il via al fenomeno. Poi hanno fatto seguito altri hyperscaler.

Come si spiega il vero e proprio boom che vive attualmente questo settore?

Prima che questa ondata arrivasse in Svizzera, era già osservabile in alcuni Paesi europei. Soprattutto nelle principali metropoli, i data center sono spuntati letteralmente come funghi. Ed è facile capire perché. I centri di calcolo nascono prima di tutto lì dove ci sono gli affari, cioè nelle regioni metropolitane. A un certo punto però si è cominciato a toccare il limite. Ad Amsterdam, per esempio, si era arrivati ad avere scarsità di energia elettrica, tant’è che era stata decretata una moratoria che vietava la costruzione di altri data center e che, in seguito, è stata sospesa. Di conseguenza, soprattutto gli hyperscaler avevano dovuto mettersi alla ricerca di valide alternative. È così che, in questi ultimi tempi, in alcune città si è assistito a un vero e proprio boom. Tra le zone più ambite, c’era ad esempio l’area periurbana di Zurigo. Qui sono già sorti numerosi data center e altri sono in fase di progettazione. Nel frattempo, Zurigo è diventata la sesta più grande sede di centri di calcolo di tutta Europa. In base a un rilevamento effettuato dalla società di consulenza immobiliare CBRE, gli attuali data center installati nella Città sulla Limmat consumano quasi 70 megawatt. Secondo una ricerca, condotta dal Tages-Anzeiger lo scorso anno, per garantire il funzionamento dei centri progettati o attualmente in fase di costruzione, ci vorranno circa 190 megawatt. 

Perché si è scelta proprio la Svizzera?

La Svizzera vanta un’elevata sicurezza giuridica, è politicamente stabile, è un Paese neutrale, inoltre dispone di una protezione dei dati ben sviluppata e di istituti formativi molto rinomati nell’ambito della tecnologia. Ma non solo, in passato il nostro Paese poteva anche vantare, con fierezza, un sistema di approvvigionamento estremamente sicuro. Adesso le cose stanno diversamente, e conosciamo bene i diversi dibattiti sulla questione, sollevati in questi ultimi mesi, in cui si è reso esplicito il rischio di una possibile penuria di energia elettrica in futuro. I gestori dei data center, così come altri imprenditori, dovrebbero prendere coscienza delle conseguenze che tale penuria potrebbe portare con sé e adottare i necessari provvedimenti.

E qual è la sua esperienza al riguardo? Le ditte pensano a questa eventualità?

Attualmente, noi come Genuel/SCHERLER, stiamo constatando un aumento della domanda da parte dei nostri grandi clienti consumatori che mirano a poter garantire una continuità nella propria gestione aziendale. L’obiettivo qui è quello di sviluppare delle misure con cui poter reagire in caso di avaria dei processi operativi, ciò al fine di ridurre al minimo l’impatto di un’interruzione o di una penuria di energia elettrica.

Che cos’è importante per i gestori dei data center?

In breve, direi che per loro, logicamente, conta tutto ciò che è fondamentale per gestire e far funzionare un centro di calcolo. Sicurezza contro i cyber attacchi e gli attacchi fisici, ma anche un sistema di raffreddamento affidabile. E poi chiedono una buona interconnessione, gli utenti autorizzati devono effettivamente poter accedere alle strutture in modo impeccabile. E poi vogliono efficienza energetica e disponibilità sovraregionale; ciò significa che i dati e le applicazioni devono poter essere accessibili anche quando, ad esempio, un data center ubicato a Parigi dovesse avere un guasto. Per molti di questi aspetti è assolutamente decisivo poter contare su un approvvigionamento elettrico senza interruzioni.

Ed è qui che entrano in gioco i sistemi UPS, vale a dire i gruppi di continuità.

In questo ambito, si tratta di garantire la performance tecnica e l’affidabilità degli impianti, ma anche la fiducia riveste un ruolo determinante. Gli studi di progettazione incaricati di realizzare un data center devono poter avere una visione approfondita di come si svolgono i processi aziendali e di quale sia l’infrastruttura dei centri di calcolo per poter definire i provvedimenti adeguati in termini di sicurezza e disponibilità. Le cosiddette design review, le analisi di capacità e le SPOF (Single-Point-of-Failure) rappresentano in questo contesto importanti fattori di successo per valutare i rischi come opportuno, sia durante che dopo il processo di progettazione.

I progettisti dovrebbero scegliere i sistemi UPS per un data center sulla base di quali criteri?

Oltre alle esigenze poste all’impianto sul piano tecnico, è estremamente importante la rapidità con cui una squadra è in grado di intervenire in caso di guasto. Il fornitore deve inoltre disporre di una solida competenza in materia ingegneristica e, di conseguenza, essere in grado di adattare l’impianto agli spazi e alle infrastrutture esistenti. Ciò vale anche per altri ambiti, come il sistema di ventilazione oppure le disposizioni in materia di protezione ambientale. E poi si aggiunge il fatto che, in veste di fornitore, devo saper condurre un dialogo con le autorità locali. Inoltre, devo conoscere le regole e i processi in base ai quali è permesso installare questo tipo di impianti. Tali disposizioni cambiano in base alla nazione, ecco perché in linea generale è consigliabile scegliere sempre fornitori del proprio Paese. Non da ultimo, un progettista deve anche sempre considerare i costi operativi, è dunque chiamato a privilegiare i sistemi che sono efficaci sotto il profilo energetico.

Quale sviluppo ci si attende nei prossimi anni nel settore dei data center in Svizzera?

In questi ultimi anni, la digitalizzazione ha fatto un altro grande passo avanti. Naturalmente anche in ragione della pandemia e dell’aumentata tendenza al telelavoro, alle teleconferenze ecc. Il volume dei dati cresce insomma in modo marcato. Tale evoluzione è catalizzata soprattutto dalle applicazioni Big Data, Blockchain, virtual Reality, ma anche dall’intelligenza artificiale e dal cosiddetto Internet delle cose (Internet of Things, IoT). Secondo l’IoT, nel settore industriale, ma anche nella nostra quotidianità individuale, saranno sempre di più gli apparecchi collegati alla rete. La crescente migrazione di applicazioni nei sistemi cloud, e non soltanto nel caso di grandi aziende, ma anche per le piccole e medie imprese, riveste un ruolo cruciale. A medio termine, per tali aziende perderà via via di attrattiva l’opzione di avere propri centri di calcolo. Già ora, spesso è molto più semplice ed economico utilizzare le applicazioni cloud. Tutto ciò però richiede un’infrastruttura di calcolo, stoccaggio e rete su grande scala. Sono in molti a supporre che tra breve il volume dei dati aumenterà ogni anno di circa il 25%. In Svizzera la richiesta di capacità in seno ai data center potrebbe quindi crescere ancora, e in modo sostenuto.

Di più su Roger Weber
Roger Weber è co-responsabile del gruppo specialistico Datacenter Infrastructure presso l’associazione asut. Ha una formazione in economia aziendale ed è direttore dell’azienda Genuel AG che appartiene al gruppo SCHERLER. Con un organico di circa 200 collaboratori, il gruppo SCHERLER offre i propri servizi in Svizzera nell’ambito della progettazione elettrica, ma anche della progettazione dei sistemi di illuminazione, automazione, impiantistica, protezione antincendio e sicurezza. Contatto: Roger Weber, roger.weber(at)genuel.ch, 041 429 11 50.

asut
L’Associazione svizzera delle telecomunicazioni (asut, www.asut.ch) rappresenta il settore in Svizzera e si impegna in favore di infrastrutture digitali performanti, tra cui si annoverano anche i centri di calcolo. Il gruppo specialistico Datacenter Infrastructure, di cui fa parte anche Avesco, riunisce oltre 70 imprese attive nel settore dei data center. L’asut fa parte dei membri fondatori della Swiss Datacenter Efficiency Association, il cui marchio di qualità attesta l’efficienza dei centri di calcolo.

Volete saperne di più sulle soluzioni Avesco in ambito gruppi elettrogeni e sistemi UPS per data center, ospedali e industrie? Contattate: Gian Franco Broggi, responsabile Vendita, telefono 062 915 82 15, gianfranco.broggi(at)avesco.ch. Di più qui.